Visto ieri, piaciutissimo.
Non é un film comico, anzi, diventa preponderante l'aspetto di denuncia sociale intrapreso in "Andiamo a quel paese", l'epilogo lo definirei anzi quasi drammatico.
Ci si fanno discrete risate, spesso amare.
Una cittadina, esasperata dal caos, dalla spazzatura, dall'illegalitá diffusa, sceglie un nuovo sindaco davvero onesto, ma poi vuole la sua testa perchè nessuno accetta l'ordine e il rispetto delle regole; il nuovo sindaco, facendo rispettare le leggi, si fa nemici tutti quelli che lo avevano votato, colpiti dallacregolarizzazione dell'abusivismo, dal dover pagare le tasse per l'immondizia (che prima li sommergeva), la Chiesa insorge per dover pagare l'IMU e in modo schifoso manipola la gente per fare fuori il nuovo sindaco e rimettere al potere il vecchio "Cetto Laqualunque" della situazione. La cittadina, che era diventata pulita e ordinata, sprofonda di nuovo nel caos e nell'illegalitá.
La gente ha voluto tornare alla situazione precedente, perché nessuno era disposto a mettere in pratica onestá, civiltá e rispetto delle regole che prima invocava.
Un solo "pazzo" che osava sostenere il nuovo sindaco dell'onestá é stato zittito dai poteri forti (Chiesa/Roma/mafia).
Visto stasera, più confuso che persuaso come si suol dire.
Non per le tematiche affrontate naturalmente, che risultano ahimè fin troppo realistiche/di attualità, e comunque di assoluta rilevanza e serietà, ma per il film in sè che in fin dei conti vorrebbe comunque rimanere una commedia con pretese di denuncia sociale ma ha un impianto un po' troppo scontato e fiacco per riuscirci davvero.
Meglio nel precedente secondo me (quello appunto dedicato al nodo delle pensioni) da quel punto di vista.
O forse avevo aspettative fuori scala, non so.
Se comparato a Il 7 e l'8 gli darei un bel 2 o un generosissimo 3.