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Se dovessi scegliere un regista preferito Tsai Ming-liang è sicuramente tra i primi nomi che mi verrebbero in mente. Fatta questa premessa, parlo del film.
The Hole (Dong in originale) si ambienta in una Taipei in procinto di affacciarsi al nuovo millennio, restano esattamente sette giorni al 2000. La città è in quarantena a causa di un virus misterioso ed una pioggia incessante sta gradualmente allagando tutto quanto. In mezzo a questo scenario fatiscente, un uomo e una donna si ritrovano da soli nello stesso stabile, gli unici a non essere evacuati. Tra i due vige l'incomunicabilità più totale, la quale li porta ad incontrarsi in una dimensione onirica dove esprimono se stessi, inseguendosi l'un l'altro, tra le note di canzoni anni '50. Tragicamente soli e alienati.
Il titolo del film fa riferimento all'unico reale punto di contatto che c'è tra i due, ovvero quello di un buco (la speranza), che collega il pavimento di lui al soffito di lei. Se questo buco basterà a spezzare l'incomunicabilità che vincola gli sfortunati alla solitudine lo lascio scoprire a voi, nel caso in cui vogliate vederlo (anche se temo sia particolarmente difficile da reperire; anni fa sono riuscito a scaricarlo, in qualità bassissima, e masterizzarlo su un cd).
Qui sotto due degli incontri onirici accompagnati dalle canzoni di Grace Chang:
www.youtube.com/watch?v=ZIfpCLrjXVU (Calypso)
www.youtube.com/watch?v=eg9HeUPN3-I (I Want Your Love)