Sulla fine del mondo (videoludico)

Aperto da Frozzo, 11 Maggio, 2011, 12:30:41

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Frozzo

Leggo e volentieri riporto un pensiero che secondo me andrebbe stampato e volantinato in tutto il mondo: http://pushstartbutton.altervista.org/pause/pause008.html
Voi che ne pensate, siete d'accordo o è il solito vaniloquio apocalittico?

Blasor

L'Occidentalizzazione è una piaga pericolosissima, troppi ci passano sopra accontentandosi o addirittura negandola, porterà al macello tutte le peculiarità del made in Japan e se si continua con questo atteggiamento, semplicemente non potremo farci più nulla. Un conto è sempre stato ispirarsi all'occidente, che ha prodotto anche bei risultati, ma venire incontro a gusti sulla carta "aleatori" come pochi è una baggianata. Il problema del PC poi è che su console si sono presi chili di surrogati che spacciano come "next-gen", quando è tutta roba preesistente, limitata e plasmata ad hoc per i porci comodi delle compagnie. Si continua a pugnalare il mercato originale avvalorando modelli veramente deleteri e ai danni del consumatore. Ma per molti va tutto bene, enjoy your future gen di piattume e spillasoldi totali.

Su DLC e Digital Delivery sono in gran parte d'accordo, soprattutto nel primo caso per cui le scuse sono veramente ridicole (ma dopo Alan Wake che si gioca meglio sul divano, ho capito il livello medio, sempre plasmato da loro, con cui si credono di parlare). Va pure detto che le "espansioni" sono sempre esistite, ma solo in alcuni generi e gli arricchimenti relativi erano ben altra roba rispetto ai DLC odierni e infatti costavano di più. Certo, sommando tutti i DLC vari disponibili per un gioco si finisce a spendere anche più dell'epansione del passato, avendo in mano meno o pezzi dell'avventura principale. Tutto il caos è partito dai videogames venduti "a episodi", comunque.
Quanto al DD nello specifico, sono convinto che superato il dispiacere per non avere il retail per alcune tipologie di titoli va benissimo. Sono amante del 2D e del 3D parimerito, ma 2D venduto sullo scaffale allo stesso prezzo del 3D non ha futuro purtroppo, così come vendere "certa qualità di titoli in" 3D allo stesso prezzo di "ben altro" 3D è stata una bufala ricorrente per anni, ora ritoccata al livello più onesto. DD è quindi un compromesso che sono pronto ad accettare in quanto porta anche effettivi vantaggi quando usato nel modo giusto. Poi sono sempre dell'idea che un gioco capace di rimanerti dentro a prescindere dal suo relativo "packaging" o presenza fisica, beh, è il vero vincitore.

Il casual/browser è una realtà dalla scorsa gen ormai (gen dove, tra l'altro, era più netta la distinzione) e soprattutto nel secondo caso ha portato anche a produzioni indie degne di nota. Il problema ora è che si identifica il casual anche coi party game, il che è un grave ed ingiusto errore che il tempo è lì a dimostrare. Semplicemente il pattume è aumentato a dismisura, e ormai è troppo tardi, per cui finché verrà ancora realizzata roba che incontra i miei gusti, sarò nel giro, altrimenti mi ritirerò crogiolandomi con i miti del passato...

Anche perché è difficile mantenere un hobby per sempre, può capitare che i cambiamenti non vengano completamente accettati, si vedano i 40/60enni per cui la musica ha avuto una pesante battuta d'arresto entro gli anni '80. Come per tutte le mie passioni, il passato non si cancella e continuerà ad essere da me apprezzato e supportato, del presente si prende quello che vale e che poi rientrerà nella categoria "passato", il futuro chissà... finché dura si continua.


Romeo Guildenstern

Uhm... A me piace poco l'idea del contenuto scaricabile. Ed in particolare se usata come parte integrante del gioco. Pensate ad esempio ad un'arma più potente, con cui proseguire, ma che si paga con soldi reali: mi fa venire in mente quello che si vedeva su FFXI.

Blasor


Joe

Citazione di: Blasor il 11 Maggio, 2011, 13:34:03
L'Occidentalizzazione è una piaga pericolosissima, troppi ci passano sopra accontentandosi o addirittura negandola, porterà al macello tutte le peculiarità del made in Japan e se si continua con questo atteggiamento, semplicemente non potremo farci più nulla. Un conto è sempre stato ispirarsi all'occidente, che ha prodotto anche bei risultati, ma venire incontro a gusti sulla carta "aleatori" come pochi è una baggianata. Il problema del PC poi è che su console si sono presi chili di surrogati che spacciano come "next-gen", quando è tutta roba preesistente, limitata e plasmata ad hoc per i porci comodi delle compagnie. Si continua a pugnalare il mercato originale avvalorando modelli veramente deleteri e ai danni del consumatore. Ma per molti va tutto bene, enjoy your future gen di piattume e spillasoldi totali.

Mah, francamente tutta questa pericolosissima piaga non ce la vedo, o meglio c'è in parte e solo temporaneamente. Se la qualità ne risentirà (come in parte sta accadendo, quanto meno sotto il profilo stilistico) sta tranquillo che tutto tornerà come prima. Siamo in una fase di transizione, dopotutto.

CitazioneSu DLC e Digital Delivery sono in gran parte d'accordo, soprattutto nel primo caso per cui le scuse sono veramente ridicole (ma dopo Alan Wake che si gioca meglio sul divano, ho capito il livello medio, sempre plasmato da loro, con cui si credono di parlare). Va pure detto che le "espansioni" sono sempre esistite, ma solo in alcuni generi e gli arricchimenti relativi erano ben altra roba rispetto ai DLC odierni e infatti costavano di più. Certo, sommando tutti i DLC vari disponibili per un gioco si finisce a spendere anche più dell'epansione del passato, avendo in mano meno o pezzi dell'avventura principale.

I DLC che non meritano non vanno comprati. Io credo che se si procede in maniera bilanciata, senza offrire veri e propri giochi monchi di proposito (cosa successa solo con pochi illustri) si potrà convivere e forse trarre anche giovamento dai DLC (da premettere che io praticamente non ne compro, ancora).

CitazioneTutto il caos è partito dai videogames venduti "a episodi", comunque.

Come ogni novità epocale, si tende a storcere il naso a prescindere (lo feci anche io con l'arrivo di Steam, per esempio, piattaforma e idea che oggi apprezzo) perché il videogiocatore è un essere abitudinario. Francamente i giochi venduti a episodi possono rappresentare qualcosa di interessante per una fetta di utenza (e ciò non significa escludere gli stessi giochi completi, a prescindere). Di certo non può decretarne la fine, perché in fondo ci lamentiamo sempre e alla fine accettiamo i cambiamenti importanti.

CitazioneQuanto al DD nello specifico, sono convinto che superato il dispiacere per non avere il retail per alcune tipologie di titoli va benissimo. Sono amante del 2D e del 3D parimerito, ma 2D venduto sullo scaffale allo stesso prezzo del 3D non ha futuro purtroppo, così come vendere "certa qualità di titoli in" 3D allo stesso prezzo di "ben altro" 3D è stata una bufala ricorrente per anni, ora ritoccata al livello più onesto. DD è quindi un compromesso che sono pronto ad accettare in quanto porta anche effettivi vantaggi quando usato nel modo giusto. Poi sono sempre dell'idea che un gioco capace di rimanerti dentro a prescindere dal suo relativo "packaging" o presenza fisica, beh, è il vero vincitore.
Niente da dire sul DD, lo apprezzo sempre più e considera che sono amante delle vecchie confezioni. Specifico che mi riferisco alle vecchie, perché di riempirmi una casa di dvd box tutti uguali con manualetti inesistenti non ne ho più voglia. Alcune limited non pacchiane (leggi: piene di robe di plasticaccia inutile) le compro perché le apprezzo.

Citazioneil casual/browser è una realtà dalla scorsa gen ormai (gen dove, tra l'altro, era più netta la distinzione) e soprattutto nel secondo caso ha portato anche a produzioni indie degne di nota. Il problema ora è che si identifica il casual anche coi party game, il che è un grave ed ingiusto errore che il tempo è lì a dimostrare. Semplicemente il pattume è aumentato a dismisura, e ormai è troppo tardi, per cui finché verrà ancora realizzata roba che incontra i miei gusti, sarò nel giro, altrimenti mi ritirerò crogiolandomi con i miti del passato...

Non ho assolutamente paura di queste tipologie di gaming, perché coinvolgono nuove fette di utenza o vecchie fette di utenza che di passione ce ne mette poca o niente e che ha sempre cercato il giochino passatempo. Altri generi nuovi invece hanno fatto danno nell'online gaming, vedi i MMORPG succhiatempo e non competitivi come WoW e soci, quelli hanno spostato enormi quantità di utenti che una volta si dedicavano ad altri generi come FPS, RTS e Hack'n Slash, sbilanciando tutto. Comunque questo è un altro discorso. :)

CitazioneAnche perché è difficile mantenere un hobby per sempre, può capitare che i cambiamenti non vengano completamente accettati, si vedano i 40/60enni per cui la musica ha avuto una pesante battuta d'arresto entro gli anni '80. Come per tutte le mie passioni, il passato non si cancella e continuerà ad essere da me apprezzato e supportato, del presente si prende quello che vale e che poi rientrerà nella categoria "passato", il futuro chissà... finché dura si continua.

Il paragone con la musica potrebbe anche starci, ma a tutt'oggi esistono band che suonano prog o rock anni 70.

Blasor

Citazione di: Joe il 11 Maggio, 2011, 18:03:56
Mah, francamente tutta questa pericolosissima piaga non ce la vedo, o meglio c'è in parte e solo temporaneamente. Se la qualità ne risentirà (come in parte sta accadendo, quanto meno sotto il profilo stilistico) sta tranquillo che tutto tornerà come prima. Siamo in una fase di transizione, dopotutto.

Chissà. Intanto Capcom dice che ne ha tratto solo vantaggi, Sega ormai pubblica roba occidentale e persino i creatori di Yakuza li ha messi a fare il tie-in di Io, Robot, tre case stanno sviluppando giochi affini con protagonista una fracassone vagamente messicano contro orde di demoni e due di queste case sono la nuova di Itagaki e Platinum, Platinum che tra parentesi ha preso un suo titolo di ispirazione occidentale e l'ha completamente occidentalizzato in un seguito spin-off con gameplay che piace proprio al pubblico nostrano. I progetti tipicamente jap, intanto, si fanno eccome ma a parte quelli col nome noto sopra o l'etichetta nota dietro non arriva quasi più una mazza, oppure dobbiamo sudarcela. Quasi stiamo tornando indietro, ma il grande pubblico se ne frega, tanto persino FF XIII gli ha fatto cagare, può anche andare avanti così.


Citazione di: Joe il 11 Maggio, 2011, 18:03:56I DLC che non meritano non vanno comprati. Io credo che se si procede in maniera bilanciata, senza offrire veri e propri giochi monchi di proposito (cosa successa solo con pochi illustri) si potrà convivere e forse trarre anche giovamento dai DLC (da premettere che io praticamente non ne compro, ancora).

La pratica dei giochi più corti che mai, fin'ora, è una realtà però. Seppure posso essere felice di un DLC che vale la pena, mi viene comunque da pensare che lo stesso contenuto poteva starci fin dall'inizio (o peggio, ci sta eccome, è il codice per sbloccarlo che compri, come le licenze per i prodotti freeware, con la sola differenza che i freeware non li paghi fin dall'inizio).


Citazione di: Joe il 11 Maggio, 2011, 18:03:56Come ogni novità epocale, si tende a storcere il naso a prescindere (lo feci anche io con l'arrivo di Steam, per esempio, piattaforma e idea che oggi apprezzo) perché il videogiocatore è un essere abitudinario. Francamente i giochi venduti a episodi possono rappresentare qualcosa di interessante per una fetta di utenza (e ciò non significa escludere gli stessi giochi completi, a prescindere). Di certo non può decretarne la fine, perché in fondo ci lamentiamo sempre e alla fine accettiamo i cambiamenti importanti.

Guarda, mi piace da matti il Wii. Dimmi tu se posso essere "abitudinario" :asd:
I giochi venduti ad episodi mi hanno già stroncato SiN 2 e un interessante Insecticide, senza contare progetti minori che avrei voluto vedere continuati. Pure laddove hanno ingranato, mi sono ritrovato bei progetti che si rivelano tali solo una volta usciti tutti gli episodi, tanto che "durante" ti chiedi se effettivamente è il caso di comprare il prossimo. Come un telefilm che segui, con la sola differenza che se te lo guardi in chiaro non sborsi soldi di volta in volta per "provare", mentre se lo guardi in pay-TV ha già comunque pagato tutto. Ma il punto è... chi è rimasto a sviluppare ad episodi? TellTale? Evidentemente questa grande svolta non c'è stata. DLC e DD, quello sì che sta costituendo una svolta e sta rappresentando un cambiamento importante, ma da qui all'accettarlo a prescindere ce ne corre, infatti non lo sto facendo, e chiunque ha ancora un minimo di coerenza non si piega a prescindere solo perché il vento va da quella parte. Accetto infatti solo quello che sta valendo la pena in quel panorama, hai visto mai che al peggio riusciamo a fargli fare la fine del gioco "a puntate".


Citazione di: Joe il 11 Maggio, 2011, 18:03:56Niente da dire sul DD, lo apprezzo sempre più e considera che sono amante delle vecchie confezioni. Specifico che mi riferisco alle vecchie, perché di riempirmi una casa di dvd box tutti uguali con manualetti inesistenti non ne ho più voglia. Alcune limited non pacchiane (leggi: piene di robe di plasticaccia inutile) le compro perché le apprezzo.

Idem, la gen ha decretato anche l'era del libretto inutile, cinque pagine di cui la prima è l'informativa sull'epilessia e l'ultima il numero da chiamare per la garanzia. Si salva ancora qualcuno, per fortuna, e principalmente anche io compro limited solo quando mi ispirano (neanche a dire solo per quello a cui tengo, perché se ci tengo e la limited è oscena rimane dove sta). Solo per giocare gran parte del DD ci vuole la connessione sempre accessibile, roba che possono precludermi gran parte dei titoli da me comprati solo perché ho... boh... un guasto provvisorio alla linea? Almeno il disco è sempre lì a disposizione, alla peggio devo attivarlo la prima volta.
Ma come detto ci sono tanti altri casi per cui il DD è più comodo, utile e soprattutto onesto per noi consumatori, quindi non mi è mai passato per la testa di bocciarlo in tronco.


Citazione di: Joe il 11 Maggio, 2011, 18:03:56Non ho assolutamente paura di queste tipologie di gaming, perché coinvolgono nuove fette di utenza o vecchie fette di utenza che di passione ce ne mette poca o niente e che ha sempre cercato il giochino passatempo. Altri generi nuovi invece hanno fatto danno nell'online gaming, vedi i MMORPG succhiatempo e non competitivi come WoW e soci, quelli hanno spostato enormi quantità di utenti che una volta si dedicavano ad altri generi come FPS, RTS e Hack'n Slash, sbilanciando tutto. Comunque questo è un altro discorso. :)

Ma se non si fosse capito, infatti, neanche io la vedo così catastrofica sotto questo punto di vista. A tutti coloro che si lamentano di Wii e affini dico sempre che finché non smetteranno ufficialmente di supportare il videogioco "classico", preoccuparsi è pura psicosi. E' evidente come non abbiano ancora abbandonato neanche per un momento, su qualsiasi piattaforma seria, lo sviluppo di materiale più impegnativo e/o dotato di una certa profondità, e dubito che accadrà mai.


Citazione di: Joe il 11 Maggio, 2011, 18:03:56Il paragone con la musica potrebbe anche starci, ma a tutt'oggi esistono band che suonano prog o rock anni 70.

Certo, ma questo il mio paragone lo avvalora :D

Turrican3

#6
Vorrei iniziare "rispondendo" ai temi trattati dal post linkato dal buon Frozzo.

Digital delivery
Qui scinderei il problema in due (premesso che non la vedo come soluzione unica praticabile nel breve termine), ovvero DRM e vecchiaia-inside.

Il discorso DRM è molto semplice: se si parla della possibilità di scaricare del materiale di cui posso liberamente disporre (come, se non vado errato, i retrogiochi che si scaricano da GOG, oppure certi music store che ti vendono mp3 privi di qualsivoglia limitazione) è un conto; se invece si parla anche di un "semplice" login necessario - non parliamo poi dei sistemi ultrainvasivi come quello del Wii, legato all'hardware! - già divento molto, molto più prudente in fase di acquisto, in quanto, molto banalmente, di fatto il coltello è in mano a chi crea i giochi, non all'utente finale. Cambio di termini di licenza, produttore che va a gambe per aria e chi più ne ha più ne metta sono tutti fattori che tengono a mio parere costantemente a repentaglio, almeno potenzialmente, la possibilità di utilizzo del materiale acquistato in DD. Il recente black-out del PSN poi, per quanto da considerarsi evento fuori dall'ordinario, dovrebbe mettere tutti quanti sull'attenti: cosa accadrebbe se il nostro gioco preferito, ipoteticamente disponibile solo tramite DD, richiedesse costantemente la connessione/autenticazione e quest'ultima, per qualsivoglia motivo, non risultasse disponibile?
(tutto questo senza nemmeno tirare in ballo altre problematiche molto, mooolto delicate come l'online pass o il ben più subdolo stealth-profiling...)

E poi vabbè, l'aspetto nostalgico: personalmente un gioco "big" (per intenderci, un Mario Galaxy o un Just Cause) avrei grosse difficoltà ad acquistarlo in DD non solo per le perplessità appena esposte, ma proprio perchè sono ancora assai legato alla classica confezione con manuale ben fatto (se possibile a colori) e tutto il resto. Sono invece assai più aperto al DD come strumento di diffusione di software diciamo così meno mainstream, anche perchè di norma i budget in ballo sono ben diversi sia per chi crea il software che per chi lo compra. Un gioco come Braid probabilmente avrebbe fatto una pessima fine su canali retail, ma ha ben più di un perchè in DD e credo pertanto che si possa e si debba investire anche su questo segmento di mercato, che può offrire perle mica da ridere.

Last but not least (anche se un po' si riallaccia al discorso a seguire, quello dei DLC... ma anche a quanto detto in precedenza) c'è una cosa che mi preoccupa, da buon "vecchietto" del videogioco. Come tanti altri della vecchia guardia sono un collezionista di discreto livello. Cosa che, a mio modo di vedere, cozza paurosamente con DRM, DLC e affini: perchè a meno di eventuali Virtual Console futuribili tutte da verificare, viene meno il concetto di "riprendere in qualsiasi momento il gioco XYZ e poterne fruire in maniera completa e priva di vincoli". In altri termini, il gioco che inizia e termina sul supporto fisico dipende solo ed esclusivamente dal possedere un HW in grado di farlo funzionare, e naturalmente dall'integrità del supporto stesso. Stop. Con DRM, DLC e compagnia bella di mezzo esiste il rischio che un domani, anche con un HW compatibile in perfetta efficienza e un supporto fisico integro (che nel caso del DD nemmeno esiste...), il titolo XYZ possa non essere giocato. Non mi pare un'osservazione da sottovalutare.


DLC
Anche qua discorso da sdoppiare. Con quelli disponibili al day-one (per tacere di quelli presenti su disco ma da sbloccare, chiaramente a pagamento, che mi fanno imbestialire) l'impressione è che siano un modo antipatico per accorciare artificialmente la longevità del titolo base, in modo da spillarci ulteriori quattrini oltre a quelli - e non sono pochi - che già scuciamo per l'acquisto del gioco. Il materiale invece che arriva in seguito, dopo 2/4/6 mesi giusto per rendere l'idea, e che effettivamente è l'espressione di un lavoro di ampliamento di un qualcosa che non è stato volutamente "castrato" come possono essere nuove mappe in un FPS oppure episodi supplementari in un action/adventure mi sta anche bene, anche se non ne sono - di norma - un grande fruitore.


Occidentalizzazione
La comprendo, ma faccio fatica ad accettarla. Premesso che per luuuunghi anni (quelli dell'era Commodore, in particolare Amiga) ho di fatto giocato esclusivamente produzioni occidentali, salvo qualche raro - e spesso, come se non bastasse, pure non eccelso - porting, un po' per le esperienze di gioventù in sala giochi e un po' per la mia progressiva scoperta dell'universo console mi sono avvicinato tantissimo ai titoli nipponici e ad oggi non ne potrei fare a meno, anche perchè si tratta davvero IMHO di una filosofia "a parte" e profondamente dissimile da quella dei prodotti occidentali (a loro volta con differenze tra USA ed Europa). In apertura ho scritto "la comprendo". E la comprendo perchè inevitabilmente lo scenario odierno è estremamente globalizzato e, complici anche i costi di sviluppo, molto spesso i numeri del solo mercato interno nipponico non sono sufficienti o comunque può avere senso cercare di produrre dei giochi dall'appeal più ampio, in grado quindi di soddisfare anche il pubblico occidentale. Ma "comprendere" qualcosa NON implica che la si debba accettare/condividere: da qui a stravolgere Dante per ritrovarcelo in salsa emo come nell'annunciato reboot di Devil May Cry ce ne corre... anche perchè poi, a dirla tutta, la faccenda stilistica non la vedo come IL problema, ma un semplice effetto collaterale del voler attirare l'interesse dell'utenza USA prima, ed europea poi. Confido comunque nella ragionevolezza dei più auspicando che almeno i "big" non vogliano snaturare la propria identità.


Casual & Co.
Qui vabbè, si sfonda una porta aperta col sottoscritto. Da anni sono convinto sostenitore della possibile "convivenza" tra prodotti dedicati ad appassionati e meno appassionati, che altro non è che la risposta dei produttori ad un mercato che si è allargato in maniera sconvolgente: chi gioca a Farmville non è minimamente interessato a Call of Duty, e viceversa. E finchè quest'ultimo continuerà a macinare milionate, i cosiddetti giochi "core" verranno prodotti sicuramente. Il problema semmai è assicurarsi un'ampia copertura di generi, giacchè non è detto che si debba esser tutti quanti ultra-appassionati di FPS et similari, ma anche qua penso, anzi spero che rimanga in essere una buona differenziazione dell'offerta da parte delle software house in modo da non scontentare nessuno.

Romeo Guildenstern

Ciao Blasor :) Sempre in merito ai DLC concordo totalmente con Turry. Qualcosa di simile alle vecchie espansioni, per cui ci voleva tempo e che effettivamente arricchivano un prodotto già completo.