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Turrican3

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Il "sistema" videogioco

Aperto da Romeo Guildenstern, 19 Marzo, 2007, 19:41:16

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Turrican3

#15
Vedi Biggy, il problema secondo me è che tu non riesci a vedere a lungo termine.

Parli di Microsoft come di un benefattore ma a mio avviso è tutto molto, molto illusorio: credi davvero che Sakaguchi abbia trovato il suo mecenate? O l'operazione Mystwalker non è stato forse piuttosto un dare carta bianca a un designer importante (ma siamo sicuri che tutti i Jappoboys sappiano chi è? anche questa è cultura del videogioco...) per conquistare qualche frazione di mercato in una nazione, il Giappone, tradizionalmente ostile ai prodotti americani?

Ecco, io penso che fra 2, 5, 10 o 15 anni, non posso prevederlo chiaramente, quando e se Microsoft dovesse conquistare la leadership di mercato, questo (IMHO apparente) mecenatismo finirebbe. Come è giusto che sia: perchè sono tutte aziende quotate in borsa e con fini di lucro, non stanno certo a pensare a fare la felicità del videogiocatore.

Oggi le perdite possono essere accettabili perchè viste come investimento: è come il sottocosto dei supermercati, si sfrutta la pigrizia della gente sperando che oltre al prodotto in promozione chi va a fare la spesa decida di approfittarne riempendo il carrello con di-tutto-un-po' (inclusi magari prodotti a prezzi leggermente più alti della media di mercato). O come, per restare in tema, il sottocosto... delle console: nessuno ti regala niente, l'idea è di recuperare quei quattrini con le royalties dei giochi.

Poi possiamo discutere su chi sa fare meglio un videogioco, e chi invece ci riesce meno: ma, tolte le inevitabili differenze di gusti (nessuno riuscirà mai a farmi giocare un JRPG, nessuno riuscirà mai a far giocare un FPS a Solid, ecc. ecc.) si torna al punto di partenza. E cioè che IMHO mancano i presupposti per una reale cultura del videogioco.

Senza questa come facciamo a giudicare/criticare? Non so voi, ma io vedo in giro molta approssimazione. E forse è normale che sia così dato che, come detto in precedenza, questo media è relativamente giovane. Grazie a Internet (ma anche la carta stampata non è da meno in generale) tutti possono improvvisarsi recensori. L'ho fatto anch'io. :)

Ma i miei studi sono tecnici. Ero bravino in italiano ma niente di che... videogioco da una vita certo, ma non sono sicuro che questo sia sufficiente a rendermi in grado di scrivere una recensione come si deve. E non entro nel dettaglio delle problematiche "tecniche" dei videogiochi (e delle console) di oggi perchè altrimenti è meglio chiudere i battenti per manifesta ignoranza. :hihi:

Alla fine è un forum, si fanno quattro chiacchiere tra appassionati, ma la cosa finisce lì, non c'è nessuna pretesa (non da parte mia perlomeno).

Chiusa questa divagazione.

Si parlava di mecenatismo; ebbene, hai letto della faccenda del "nuovo corso" Zeldiano? La recente ricerca dell'allargamento del mercato iniziata dal DS e proseguita dal Wii non ti suggerisce nulla? O gli stessi Seeds/Clover fuoriusciti da Capcom: cosa ti fa pensare che troveranno un produttore disposto a fargli realizzare qualsiasi cosa passi per la testa di Kamiya, Mikami & Co. senza perlomeno andare in pareggio?

Non riduciamo sempre e solo il discorso a Sony (dai un'occhiata alle schifezze sul bancone del GBA o del DS ;)) il problema della massa "ignorante" (metto il virgolettato) è di carattere generale e riguarda IMHO proprio la percezione stessa del videogioco.

Sembra quasi, come dice Bob, che dobbiamo star lì ad aspettare che dall'alto come per miracolo qualcuno ci mandi un capolavoro, ma c'è un mondo là fuori che tutti questi interrogativi non se li pone affatto: come pensi che queste persone possano affinare di colpo i propri gusti? A me non sembra affatto banale la cosa...

PS: mentre scrivevo è intervenuto nuovamente Romeo:

Citazione di: Romeo Guildenstern il 20 Marzo, 2007, 10:16:46Il mio grande sogno sarebbe un mondo videoludico così maturo da poter accogliere una scena indipendente, tentando un parallelo con il mondo musicale.

O con il mondo del cinema. ;)

E' difficile secondo me. Molto difficile. A meno di scendere a compromessi... in altre parole è IMHO inimmaginabile che qualche produttore "non mainstream" tiri fuori un progetto di alto profilo (un Metal Gear Solid, un Resident Evil, un Final Fantasy per intenderci), il cui sviluppo può arrivare a costare anche 10 (o più) milioni di dollari. Non ci sono proprio i presupposti, per non parlare delle problematiche di distribuzione.

Probabilmente l'unica speranza sono i canali "virtuali" (Playstation Store, Live Arcade, Wii Shop, ecc.) uniti ad esempio magari al buon, vecchio 2D che ancora oggi può dare risultati di buon livello senza spendere un capitale. Un compromesso quindi: rinunciare alla complessità ( = costi!) di un gioco 3D di livello commerciale semplificando il semplificabile. E' una delle possibili soluzioni, non ne vedo molte altre francamente ahimè. Ma sono nicchie come detto. :(

Romeo Guildenstern

Vero. Anche il paragone con il mondo del cinema è valido.
Condivido quello che hai scritto, Turry. Aggiungo una considerazione.
Su PC sarebbe molto più semplice sviluppare bene a costi nettamente inferiori; mi viene in mente il caso della saga di Gothic, rpg di valore frutto delle fatiche di un piccolo team poco conosciuto.

Biggy

Citazione di: Turrican3 il 20 Marzo, 2007, 10:47:44
Vedi Biggy, il problema secondo me è che tu non riesci a vedere a lungo termine.

Parli di Microsoft come di un benefattore ma a mio avviso è tutto molto, molto illusorio: credi davvero che Sakaguchi abbia trovato il suo mecenate? O l'operazione Mystwalker non è stato forse piuttosto un dare carta bianca a un designer importante (ma siamo sicuri che tutti i Jappoboys sappiano chi è? anche questa è cultura del videogioco...) per conquistare qualche frazione di mercato in una nazione, il Giappone, tradizionalmente ostile ai prodotti americani?

Ma vedi, in Square non aveva più carta bianca :) , come mai ?

Turrican3

#18
Non saprei. E' risaputo poi che non mi interesso di JRPG, bisognerebbe sapere se questi Blue Dragoon e l'altro titolo di Mystwalker hanno realmente apportato degli stravolgimenti al genere tali da poter confermare le tue tesi. Perchè chiaramente se così non fosse il discorso del "carta bianca" (che poi può semplicemente essere il concetto generale espresso prima: vieni con noi e fai un gioco a-la-Final-Fantasy, al resto pensiamo noi, stop) verrebbe meno...

Frozzo

Citazione di: Romeo Guildenstern il 20 Marzo, 2007, 10:16:46
"Colui che, attraverso lo spettacolo, rappresenta non ciò che incute pietà e terrore, ma semplicemente il mostruoso (teratòdes), non ha niente a che fare con la tragedia.."
(Aristotele, Poetica, 1453 b, 8-12)
L'iper-realismo non fa che esorcizzare il mostruoso e la violenza in realtà, renderla seriale, riproducibile ed accettabile nella sicurezza della propria dimora; la serialità è funzionale all'industria. Per questo motivo le teste mozzate a ripetizione di God of War ai miei occhi sono quanto di più reazionario si possa trovare oggi in questo media: una dose di "evasione controllata", come la "soma", la droga legale perfetta in "Brave New World" di Huxley. 
Ormai mi conoscete, sono un sognatore radicale e non mi piace neanche un po' questa "via" per il videogioco. Il mio grande sogno sarebbe un mondo videoludico così maturo da poter accogliere una scena indipendente, tentando un parallelo con il mondo musicale.

Mi sembra un ragionamento simile a quello che fa Biggy nell'altro thread, che peraltro condivido.
Il realismo non può non portare un contrappeso di responsabilità verso la stragrande maggioranza dell'utenza che rischia di essere suggestionata, capisco Biggy cosa intende quando parla di GT4 come gioco diseducativo e capisco le tue evidenti perplessità verso GOW.
Ma il problema è che l'evasione dalla realtà mediante i videogiochi oggi è intesa come -prendere la realtà, riprodurla e fare quello che non puoi fare- con buona pace degli "effetti collaterali" che si rischia di produrre, ovviamente a livello inconscio.
Perchè quella è l'utenza, quella è la domanda che pone l'utenza all'industria, e se l'offerta è diversa chiudono bottega, c'è molto poco da fare e molto pochi sono gli spazi per un tipo di industria "indipendente", al massimo si può andare avanti di mecenatismo in queste condizioni come giustamente si diceva.
Peccato che così i sognatori, quelli che vogliono vivere esperienze e storie diverse da quelle di tutti i giorni, non dico che rimangano fuori dal circolo (vizioso) produttivo, ma poco ci manca.
Anche io comunque, nel mio piccolo, continuo a preferire un Nights o un The Longest Journey ad un -metteteci il nome che volete, non voglio scatenare polemiche-  :magia:

Romeo Guildenstern

Ottimo commento, Frozzo.
Concordo e trovo illuminante la tua osservazione sulla costruzione di una "seconda realtà"; Second life è forse l'esempio migliore in questo senso.

Biggy

Citazione di: Frozzo il 20 Marzo, 2007, 13:37:26
capisco le tue evidenti perplessità verso GOW.

A parte il game design di non proprio altissimo livello, e l'annosa questione (disco rotto rulez  :gogogo: ) della parata troppo invadente, è i lfatto che chissà, ma chissà quanti casual esclamano "BELLISSIMO  :o" quando vedono le trashate tipo corpi spezzati a metà, mutilazioni e a altro.

Il gioco è altra cosa.

Progressive scan mancante nella versiona PAL a parte (e neppure i 60Hz  :sbonk: ), non posso farci niente, questo gioco è troppo "sonaro" per prendermi, motivo principale perchè non l'ho più voluto sul mio scaffale ma su quello dell'usato del Gamestop.

Meglio Pikmin 2  :sisi:

Turrican3

Cerchiamo di non buttare nel cesso anche questo interessante thread. ::)

Grazie.

:shooter:

maxam

Io credo che si stia in parte esagerando la realtà.

Prima di tutto un gioco resta un gioco e chi lo utilizza deve essere cosciente che si tratta di finzione, altrimenti creiamo un alibi a chiunque, commettendo un reato, si giustifica dicendo di essere stato fuorviato.

I videogames, come tutte le forme di intrattenimento, sono un divertimento e come tale qualunque mente SANA deve discernere situazioni virtuali dalla realta. Se una persona non è in grado di farlo vuol dire che non è sano di mente.

Detto questo, mi sembra che ci sia un po' troppa gente che considera i propri gusti come la pietra di paragone della bontà dei videogiochi.
Ma chi l'ha detto che un gioco che piace a me deve essere arte e un gioco per la massa deve essere cacca?
Noto con dispiacere una tendenza alla sclerotizzazione (delle proprie idee videoludiche) da parte di utenti forse troppo vecchi per giocare e ormai più inclini al pettegolezzo da salotto, come le vecchie zitelle inacidite  :hihi:

Romeo Guildenstern

#24
Partendo dal punto di vista di Maxam, concordo con il fatto che la finzione sia parte del videogioco: momento dedicato all'aspetto ludico della vita.
Non si disquisiva tanto della nozione di virtualità a livello sociale e di canoni assoluti artistici. Era interessante discutere dell'esistenza di un "neo-manierismo" videoludico, in un mezzo di comunicazione pesantemente legato alla logica di mercato, più che in altri settori.

maxam

#25
Citazione di: Romeo Guildenstern il 20 Marzo, 2007, 18:00:02
Partendo dal punto di vista di Maxam, concordo con il fatto che la finzione sia parte del videogioco: momento dedicato all'aspetto ludico della vita.
Non si disquisiva tanto della nozione di virtualità a livello sociale e di canoni assoluti artistici. Era interessante discutere dell'esistenza di un "neo-manierismo" videoludico, in un mezzo di comunicazione pesantemente legato alla logica di mercato, più che in altri settori.

Personalmente non trovo grosse differenze tra i videogiochi e le altre forme di intrattenimento.
Esistono forme di intrattenimento e/o d'arte che avendo approcci più economici e tradizioni sono più facilmente fruibili. Voglio dire che avvicinarsi alla musica, alla pittura, alla fotografia, ad esempio, è molto più economico e semplice che sviluppare videogiochi.

Data la complessità e i costi di sviluppo, i videogiochi dovrebbero essere paragonati al cinema o alla TV.
E come per il cinema, c'è tutta una fascia di produzione fortemente orientata al mercato consumer e prodotti che vanno dal buono, all'ottimo, all'innovativo, all'alternativo fino allo stucchevole.

Per me non è importante se e qaunto le industrie seguono le richieste del mercato ma piuttosto se ho la possibilità di sceglere tra il maggior numero di opzioni.

Romeo Guildenstern

#26
Sono d'accordo, i videogiochi non sono che uno dei canali di espressione possibili.
Un buon parallelo, quello con il cinema. Anch'io penso che sia possibile concepire opere ad alte potenzialità di vendita, ma ben scritte e di alto profilo; come per il grande schermo possono esistere "blockbusters" pregevoli. Punto cruciale per la maturazione del settore, secondo me.
Importantissima anche la possibilità di scelta, come fai notare in chiusura, Maxam.

Dr.Erl

Il mondo non è pronto per i giochini... forse i figli dell'ex clover o i nipotini di kutaragi
potranno trovarsi di fronte al fatto che è un mondo maturo.
Per noi, che viviamo a cavallo delle GENERAZIONI non lo sarà mai.
Paralleli per capire il videogioco, affinità alle comunicazioni mediatiche di massa,
trama e spessore come i libri, concept e visual come il Louvre.
il range è cos' ampio che sarebbero necesari almeno 5 Geni per ricavare un gioco
che magari floppa, eppure apri uno shockwave e Fluttui ipnotizzato.
ci accomuna tutti l'amore viscerale per annullamento.
Rapiti come lo siamo stati dalle immagini che nella nostra testa avevano
tutte le meraviglie render tecnologiche che ora vediamo, ci accorgiamo che
ora che nulla ci viene dato da immaginare, ci manca qualcosa.
Quella voglia irrefrenabile di perdersi nel nostro sacrosanto macrocosmo.
Scoprire quanti mondi avevamo dentro. sentire le mani dei designer
plasmare abile gli abissi e le vette della nostra fantasia.
penso al tg. e vedo ghost recon.
vero come il vero, ma falso come un gioco. la regia dice che è un compromesso.
un giorno una casa indipendente pagata da Bill farà un errore e produrrà qualcosa
in grado di deviare la final fantasy verso la first fantasy.... ma sempre fantasy.
scrivo cazzate. ma per capire un viggì ci vuole una conoscenza mostruosa.
pensate a chi ci parla di marketing e speranza, a chi cita aristotele, o chi
parla d'arte, regia, trama, mezzi di comunicazione, a chi ci aggiunge la tecnica 2D/3D, l'hardware
e le aspettative...e la musica..dove la mettiamo?
Ma ci rendiamo conto che forse ci chiediamo di venir stupiti sempre?
ma anche quando questo avviene (e via ore e ore di gioco) dura troppo poco,
oppure il giusto, affinche tu sia pronto alla prossima release?
Si perchè ogni 2/3 mesi esce un gioco nuovo in modo che possa inserirsi tra un acquisto
e l'altro, e poi ogni 6 mesi un capolavoro. 
fatto con l'alchimia delle strategie del procucer migliore.

Euge


Turrican3

Citazione di: maxam il 20 Marzo, 2007, 16:26:34Prima di tutto un gioco resta un gioco e chi lo utilizza deve essere cosciente che si tratta di finzione, altrimenti creiamo un alibi a chiunque, commettendo un reato, si giustifica dicendo di essere stato fuorviato.

Per carità, personalmente non voglio creare nessun alibi!

Però non dimentichiamoci degli studi (attendibili? questo non posso saperlo) sull'influenza dei racing game sui conducenti di autoveicoli di cui si parlava nel topic che ho chiuso... è una cosa che dovrebbe quantomeno far riflettere IMHO.

CitazioneI videogames, come tutte le forme di intrattenimento, sono un divertimento e come tale qualunque mente SANA deve discernere situazioni virtuali dalla realta. Se una persona non è in grado di farlo vuol dire che non è sano di mente.

Fondamentalmente sarei daccordo, ma sull'altro piatto della bilancia ci metterei il fatto che la tecnologia, presto o tardi, renderà l'impatto visivo di un videogioco molto, molto simile alla realtà. Siamo proprio sicuri che questo non creerà problemi?

Chiudo qui l'intervento in quanto OT, mi premeva solo rispondere a questo passaggio.


Tornando IT.

CitazioneDetto questo, mi sembra che ci sia un po' troppa gente che considera i propri gusti come la pietra di paragone della bontà dei videogiochi.
Ma chi l'ha detto che un gioco che piace a me deve essere arte e un gioco per la massa deve essere cacca?

Aspetta, non ho mai detto questo (parlo per me ovviamente). :sweat:

Il mio convincimento è, più banalmente, che un gioco per la massa in quanto tale di norma (ma possono esserci le eccezioni) si adegua a quello che è il livello medio dell'utenza, che è bassino perchè -e qui si ritorna per l'ennesima volta all'argomento del topic- non esiste una cultura del videogioco, un senso critico.

Anzi forse non c'è nemmeno una vera critica del videogioco (salvo ancora una volta rare eccezioni, penso a un Bittanti ad esempio), nè potrebbe esserci a ben pensarci se non è ancora ben definito o comunque non abbastanza diffuso (qualcuno ne sa di più?) un percorso di studi serio in grado di formare figure professionali di questo genere.

E' l'approssimazione di cui parlavo prima: tutti o quasi ci improvvisiamo recensori, ma siamo davvero in grado di farlo?

Citazione di: maxam il 20 Marzo, 2007, 18:19:46Data la complessità e i costi di sviluppo, i videogiochi dovrebbero essere paragonati al cinema o alla TV.
E come per il cinema, c'è tutta una fascia di produzione fortemente orientata al mercato consumer e prodotti che vanno dal buono, all'ottimo, all'innovativo, all'alternativo fino allo stucchevole.

Qui mi ritrovi daccordo, e come detto prima ci metto pure la musica.

CitazionePer me non è importante se e qaunto le industrie seguono le richieste del mercato ma piuttosto se ho la possibilità di sceglere tra il maggior numero di opzioni.

Clover chiude i battenti, un franchise storico come Zelda rischia di fare una brutta fine perchè le vendite in Jap di Windwaker sono al di sotto delle aspettative: e allora, perchè si possa avere possibilità di scelta i prodotti di qualità devono essere remunerativi o quantomeno non andare in perdita.  Altrimenti diventano rami secchi, e di solito nelle aziende ben gestite i rami secchi si tagliano.

Se questo accade la tua (di consumatore) è una scelta non del tutto completa: il mercato ti sta togliendo "a monte" una possibilità.

O ancora: prendiamo il già citato cinema. Quanti sono i film di successo al botteghino veramente validi? Perchè certi lungometraggi restano tagliati fuori da determinati "giri" di sale, rendendone di fatto difficile la fruizione?

A me sembra che le problematiche siano tante.

Citazione di: Dr.Erl il 21 Marzo, 2007, 01:20:49Rapiti come lo siamo stati dalle immagini che nella nostra testa avevano
tutte le meraviglie render tecnologiche che ora vediamo, ci accorgiamo che
ora che nulla ci viene dato da immaginare, ci manca qualcosa.

Indubbiamente. Ma su questo ormai ci ho perso le speranze, in fin dei conti erano anche problemi di natura tecnologica che oggi di fatto non esistono più.

CitazioneMa ci rendiamo conto che forse ci chiediamo di venir stupiti sempre?
ma anche quando questo avviene (e via ore e ore di gioco) dura troppo poco,
oppure il giusto, affinche tu sia pronto alla prossima release?
Si perchè ogni 2/3 mesi esce un gioco nuovo in modo che possa inserirsi tra un acquisto
e l'altro, e poi ogni 6 mesi un capolavoro. 
fatto con l'alchimia delle strategie del procucer migliore.

Altro spunto interessante, che si ricollega al discorso del businness videogioco. Come detto, quando in ballo ci sono cifre a 9 zeri (che erano i 12 del vecchio conio :D) ci si va coi piedi di piombo, e allora anche il centellinare il rilascio di giochi più importanti, da intervallare con titoli di minor rilievo a mo' di riempitivo, può essere una strategia che fa la differenza rispetto ai concorrenti.

Romeo Guildenstern

#29
Erl ha offerto un altro spunto di riflessione importante.
In tema di maturazione del mondo del videogioco, Turry secondo me ha colto nel segno parlando di "critica" del videogioco. Tornando al tema della scelta, credo sia veritiera l'affermazione per cui parte di questa scelta viene rimossa "a monte", dal mercato.