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Disney+ ne parliamo qua!

Aperto da Giulo75, 25 Marzo, 2019, 19:39:41

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Turrican3

Citazione di: Blasor il 15 Febbraio, 2022, 14:45:06
Oh consigliato a chi piace il regista, nonostante la struttura episodica e parti migliori di altre. Ci sono perline e a tratti è assai gustoso, col solito cast stellare.

Bene bene. :sisi:

Giulo75

Ultimo episodio di The Book of Boba Fett vale più di tutta la serie. Come un film di Star wars, anzi, meglio in certi casi.
Azione, distruzione, effetti speciali, una marea di personaggi e fan service a carriolate.  :D

E il Raaaaaaancor... :sisi:

Parsifal


Kiwi


Giulo75


andreverts

#95
Ultimamente guardo in prevalenza Disney+ pur avendo anche Netflix e Amazon Prime Video. A parte tutte le sezioni originali, l'aggiunta di Star con contenuti generalisti (di buon livello, nel complesso superiore alla concorrenza al momento) me lo sta facendo apprezzare ancora di più.

Sto recuperando la trilogia di Maze Runner che non ho mai concluso (mi manca il terzo). Rivisto il primo, quello che mi era rimasto più impresso. Nulla di trascendentale, ma rispetto a Hunger Games o Divergent - per citare i diretti concorrenti dell'epoca - lo trovo molto più intrigante perché ti incalza con un mistero alla Lost che traina piacevolmente la visione dall'inizio alla fine. Forse il punto più debole è la forzatura drammatica di quest'ultima: l'arrivo di Gally al laboratorio e il sacrificio di Chuck. Il secondo ammetto che l'ho completamente rimosso  :asd: 

Turrican3

Io purtroppo invece sul fronte Disney+ sono un po' fermo, come dicevo nell'altra discussione siamo "impegnati" con This is us, pertanto rimane davvero pochissimo (eufemismo?) tempo da dedicare a tutto il resto.

Peraltro mi vergogno a dirlo ma poi non sono neppure riuscito a finire la prima stagione di The Mandalorian, troppa noia sopravvenuta... :sweat:

Blasor

Ormai entrano a gamba tesa anche nel mercato anime: https://www.daninseries.it/disney-plus-lavoro-quattro-serie-anime-2022/

Tatami Time Machine Blues e Summer Time Rendering sono sicuramente due colpi niente male, il primo è di Yuasa e sequel di una serie di ottima fattura, con profondità e stile.



Il secondo è un thriller ha raccolto molti consensi ultimamente, il cui manga è edito in Italia.




Twisted Wonderland è probabilmente il progetto più personale, essendo basato sulla fortunata linea dei "villains" Disney, nonché su un gioco smartphone in particolare.

andreverts

#98
Questi giorni sono stati infuocati, ho giusto giusto terminato la visione dei Maze Runner.

Più altalenanti il secondo e il terzo, ma nel complesso ho trovato il "pacchetto" completo un buon insieme e valido intrattenimento per il grande pubblico.

Il Labirinto

Come accennato in precedenza, quello che ho preferito.
L'ambientazione, volutamente ristretta e confinata alle mura del labirinto, circoscrive il perimetro d'azione e concentra attorno a sé l'attenzione relativa all'universo narrativo. La "società" costruita al suo interno dai ragazzi è molto affascinante e tocca diversi temi: si può leggere una metafora del Sistema inteso come insieme di regole e consuetudini che esprimono, nella loro applicazione e ricorrenza, il senso di autoconservazione umano. Tant'è che, finché l'ambiente non viene stravolto dalla rottura dell'equilibrio raggiunto, il gruppo continua a crescere, costruire e sopravvivere. E qui scatta la riflessione spinta da Thomas: meglio sopravvivere a oltranza "accettando" il Sistema o ribellarsi per vivere? Gally è il vero antagonista, più dei dolenti che rappresentano una mera arma di "difesa" del Labirinto (da esterni o da interni...?). Ancora: la libertà deriva dalla conoscenza e questa è potere perché permette ad Alby ("l'anziano") e i Velocisti di mantenere l'ordine e, appunto, la sopravvivenza del gruppo tramite il monopolio di quest'ultima. Thomas e Teresa sono gli "stranieri" che arrivano nella società conservatrice e ne rappresentano gli elementi di rottura con le loro diversità (tanto di mentalità quanto di genere). E quando saltano gli schemi, anche a costo di sacrifici, la massa matura e decide di seguirli verso il raggiungimento di un'ideale più alto (libertà).
Sicuramente nulla di nuovo, anzi...in ogni caso, nel contesto del Labirinto e dei suoi misteri, funziona bene.
Il ritmo dell'azione è ben equilibrato con le fasi introspettive (seppur a tratti stereotipate) e fomenta la curiosità centellinando le informazioni.
Ripeto, peccato solamente per la sbavatura nel finale relativa all'arrivo improvviso di Gally che avrebbe compiuto tutta la traversata del Labirinto (da solo? passando in un altro settore? non avrebbe potuto seguire gli altri nel 7 senza essere visto...), subendo anche la puntura, davvero troppo "costruita". L'arma a doppio taglio e ciò che sta fuori dal Labirinto e qui mi collego al secondo film.

La Fuga

Dal Labirinto alla Zona Bruciata.
Un seguito completamente diverso dal precedente. I personaggi sono l'unica componente comune (che viene allargata), il resto è praticamente un colpo di spugna. La scelta è rischiosa, però sensata nell'ottica dell'applicazione del Viaggio dell'Eroe. L'allargamento repentino dell'orizzonte è piuttosto brusco, molti aspetti non vengono adeguatamente approfonditi o rimangono comunque superficiali, l'aspettativa dopo il primo rimane un po' disattesa (quantomeno la mia) per dare spazio a qualcosa di diverso: un ridisegno del contesto.
Il Labirinto viene "dimenticato", è sconnesso dalla nuova realtà, non ci sono e non vengono giustificati nemmeno i dolenti, ma rimpiazzati dagli spaccati che sono mostri decisamente meno originali. Ecco, proprio loro sono il cardine dei nuovi temi (oggi più attuali che mai :asd: ): pandemia e catastrofi climatiche, non proprio in linea con il sottotesto d'impronta sociale del predecessore.
L'antagonista è Jensen, molto meno sfaccettato di Gally, dà l'impressione di essere il classico "esecutore" di turno, inflessibile e senza scrupoli, al servizio del suo superiore. Si capisce subito che l'impronta che vuole lasciare è quella del soldato per il quale il fine giustifica sempre i mezzi. La dott.ssa Page rimane comunque sullo sfondo, semplicemente simbolo del Potere.
Rispetto al primo c'è più azione, complice anche una maggior durata, ma l'attraversamento della Zona è privo del mordente del Labirinto per il semplice motivo che ne abbiamo viste a bizzeffe di interpretazioni di un futuro post-apocalittico dominato da corporazioni. Purtroppo tutto sa cliché: il Santuario, gli accampamenti e le comunità rintanate negli spazi decaduti, il movimento "ribelle" Braccio Destro. Non che sia costruito male, però perde tanta personalità. Stavolta il ribaltamento di fronte sul finale è prevedibile, ma ancora un po' troppo sopra le righe soprattutto il rapimento di Minho.

Metabolizzo il terzo e poi completo le mie impressioni :sisi:

Turrican3



Arriverà il 27 maggio la serie dedicata a Obi-Wan Kenobi.

andreverts

#100
Concludo la mia rassegna sulla trilogia Maze Runner:

La Rivelazione

Rocambolesco è il miglior aggettivo per definirlo.
Il livello dell'azione prende un picco inaspettato e, a volte, oltre il necessario, per esempio la fuga in bus con l'ausilio della gru è davvero un po' troppo... La scena si sposta in contesto urbano più contemporaneo: la Città. Questo è un altro cambiamento di un certo peso perché sottolinea il costante rimescolare le carte e prendersi dei rischi tecnicamente evitabili nell'arco di una trilogia.
I personaggi diventano troppi, complice l'intoccabilità che aleggia attorno ai comprimari (Jorge, Brenda, il gruppo del Labirinto, il Braccio Destro, Gally che "ritorna" per la seconda volta) che non subiscono nessuna perdita malgrado la guerriglia - fatto salvo il finale dove vengono create situazioni funzionali ad aumentare l'impatto di un paio di dipartite (evitabile ed enfatizzata quella di Newt) -  e finiscono per "oscurarne" altri potenzialmente interessanti (Lawrence su tutti). Si consacra la pecca dell'antagonista: la Page è solo una comparsa, a tratti è Teresa a sembrare più cattiva, mentre Jensen si conferma un soldato senza personalità.
Tornano le tematiche sociali: questa è la volta del classismo, ma viene soltanto sfiorato in alcuni frangenti e mai veramente affrontato come in produzioni analoghe (Divergent, Hunger Games) e forse è anche un bene perché davvero inflazionato. Tutto il circondario esterno alla Città, le mura e l'esclusività della protezione dal virus, nonché il semplice fatto che al suo interno si viva "come una volta" in un mondo post-apocalittico è sufficiente.
Una critica in più si può muovere verso il mancato approfondimento dell'universo narrativo: la caduta della civiltà, la comparsa del virus, la riorganizzazione e la presa di potere della corporazione, ma anche i dolenti (cosa sono questi mostri? da dove arrivano?), i ribelli (perché si chiamano Braccio Destro? i suoi fondatori chi sono e che storia hanno?), tutto questo viene tralasciato in favore di tempi d'azione che, invece, sarebbe stato meglio bilanciare con maggiori riflessioni e considerazioni. Ipotizzo che questi aspetti vengano più sviscerati nei libri, anche perché ho letto che gli ultimi due usciti sono dei prequel.

Insomma, sommariamente questo è quanto.

Sempre su Dinsey+ stavo seguendo (solo cominciato coi primi due episodi) la serie Agent Carter perché tempo fa vidi la prima stagione su Netflix e non la seconda. Considerando che adesso metteranno anche Agents of S.H.I.E.L.D. (ho visto le prime tre stagioni) e le connessioni tra queste, direi che il prossimo obiettivo è riprenderla.

Blasor

Ho avuto un flash, ma che diamine di fine ha fatto Sister Act 3? E' ancora esclusiva loro?

Lovogliolovogliolovoglio.

andreverts

Dal 29 giugno le serie Marvel di Netflix arriveranno finalmente su Disney+!
Le aspettavo, stavo guardando Jessica Jones quando all'improvviso decisero di toglierla  :(

andreverts

#103
Ripreso Agent Carter con il terzo episodio della seconda stagione.

Sono di parte, ma il periodo storico è ciò che mi ha sempre più affascinato di questa serie.

Lo spostamento da New York a Los Angeles, Howard Stark alle prese con gli anni d'oro di Hollywood, il maccartismo, la figura "rivoluzionaria" di Peggy e la sua risonanza nell'epoca, insomma un insieme che funziona considerando la marginalità di questa produzione (che appunto non ha avuto il riscontro commerciale sperato). Ovviamente va visto senza pretese, era più allineata alle serie The CW come modello (anche se apprezzo molto la limitazione a 10 puntate) e pubblico di riferimento.

La trama procede un po' con il freno a mano tirato e, per il momento, preferivo quella della passata stagione. Gli autori trattano timidamente una storia che zoppica ancora provando a camminare da sola, malgrado trovo giusto che abbiano voluto provare a farle prendere la sua strada.

Non ho gradito la fretta di trovare un rimpiazzo amoroso per Peggy perché è una dinamica impropria per il personaggio che è. La storia con il dott. Wilkes è troppo stereotipata; tanto quanto l'antagonista di stagione che non mi pare all'altezza. Devo ancora inquadrare il ruolo della Materia Zero, sono curioso di capire quanto sarà marcato il collegamento con Agents of S.H.I.E.L.D.

Per il momento un bel punto interrogarivo, in generale comunque interessante anche se non quanto la prima stagione perché più ricca di connessioni con l'universo condiviso Marvel.

Bluforce



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