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Turrican3

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I barbari

Aperto da Rot!, 13 Maggio, 2006, 11:53:44

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Rot!

Eravamo a tavola di fronte ad un piatto di pasta, un po' di prosciutto e forse delle uova sode, non ricordo, il Turry, Erl ed il sottoscritto. Ora non ricordo come e nemmeno perchè, ma solo che il Dittadm me la butta lì, velenosa e insolente: ormai, Carlo, non rappresenti più nessuno, sei definitivamente borderline.
Capita poi nei weekend di sfogliare vecchi numeri incartapecoriti di riviste di videogiochi, soprattutto SuperConsole (per la sup-posta a cura di MBF), ma anche GamePrugna, Mega e Consolemania, e la cosa diventa molto chiara: è veramente cambiato tutto e per poco non me ne accorgevo neppure.

Da ieri Baricco sta pubblicando su Repubblica quello che con un po' di piaggeria chiama un saggio a puntate: i barbari. Ebbene, ecco un brandello dallo scritto di oggi:

Dunque, apparve la Nona di Beethoven ed è curioso capire coma la presero. La gente, i critici, tutti. Era esattamente uno di quei momenti in cui alcuni umani si scoprono le branchie dietro alle orecchie e iniziano timidamente a pensare che loro starebbero molto meglio in acqua. Erano sulla soglia di una mutazione micidiale (l'abbiamo poi chiamata: romanticismo. Non ne siamo ancora usciti adesso). Quindi è molto importante andare a vedere cosa dissero e pensarono in quel momento. E allora ecco cosa scrisse un critico londinese, l'anno dopo, quando potè finalmente leggere e sentire la Nona. Ci tengo a dire che non era un fesso, e scriveva per una rivista autorevole che si chiamava The Quarterly Musical Magazine and Review. E questo fu ciò che scrisse, e che io metto qui, come seconda epigrafe:

"Eleganza, purezza e misura, che erano i principi della nostra arte, si sono gradualmente arresi al nuovo stile, frivolo e affettato, che questi tempi, dal talento superficiale, hanno adottato. Cervelli che, per educazione e abitudine, non riescono a pensare a qualcosa d'altro che i vestiti, la moda, il gossip, la lettura di romanzi e la dissipazione morale, fanno fatica a provare i piaceri, più elaborati e meno febbrili, della scienza e dell'arte. Beethoven scrive per quei cervelli, e in questo pare che abbia un certo successo, se devo credere agli elogi che, da ogni parte, sento fiorire per questo suo ultimo lavoro".
Voilà.

Quel che mi fa sorridere è che la Nona, ai giorni nostri, è esattamente uno dei baluardi più alti e rocciosi di quella cittadella che sta per essere assaltata dai barbari. Quella musica è diventata bandiera, inno, fortificazione suprema. È la nostra civiltà. Beh, ho una notizia da dare. C'è stato un tempo in cui la Nona era la bandiera dei barbari! Lei e i lettori di romanzi: tutti barbari! Quando li vedevano arrivare all'orizzonte, correvano a nascondere le figlie e i gioielli! Sono colpi. (Così, per inciso: come si è arrivati a pensare che quelli che NON leggono romanzi sono i barbari?)

A proposito di Nona, sentite questa. Perché i cd sono grandi così e contengono quella certa quantità di minuti di musica? In fondo, quando li hanno inventati potevano farli un po' più grandi, o un po' più piccoli, perché proprio quella misura lì? Risposta: alla Philips, nel 1982, quando si trattò di decidere, pensarono questa: ci deve stare dentro l'intera Nona Sinfonia di Beethoven. Ai tempi ci voleva un supporto di 12 cm per fare una cosa del genere. Così nacque il cd. Ancora adesso un disco di Madonna, per dire, si allinea alla durata di quella Sinfonia.


:)

Saluti

Turrican3

We do not run from risk, we run into it

Apportare innovazioni è rischioso, un atteggiamento conservatore è più prudente. La lettura dei vecchi giornali è utile per capire che, piccoli o grandi che siano, i cambiamenti rispetto al passato ci sono stati e sono stati anche molto, molto consistenti.

Magari fra (altri) 10 anni anzichè quelle pagine ingiallite e dall'odore così intenso rileggeremo con relativa comodità qualcuna delle discussioni che facciamo periodicamente sui forum (anche qui su questo sperduto angolo della Rete, perchè no?) e ci renderemo conto che è cambiato tutto. Oppure niente.

PS: sono coi barbari :sisi: :P e tu non sei borderline ma semplicemente sul viale del tramonto. Dicono :look:

Rot!

Stessa rubrica, un poco dopo.

Si parla di libri, ma è solo un pretesto. Le idee non sono del tutto originali o condivisibili, aleggia poi il sospetto che si tratti di una sorta di dichiarazione poetica, di giustificazione dopo le polemiche Baricco Vs Critica.
Ma Baricco sa mettere in fila le parole. In modo semplice ed avvincente.

CitazioneQuel che voglio dire è che, nonostante le apparenze, contrapporre un'editoria di qualità del passato a un'editoria commerciale del presente è un modo inesatto di porre i termini della questione. In realtà sembrerebbe più plausibile ammettere che l'editoria si è sempre spinta fino ai limiti possibili della commercializzazione, con l'istinto che qualsiasi gesto ha di abitare tutto il terreno disponibile. Quello che possiamo registrare è che, in una certa contingenza storica, e in una certo panorama sociale, un'editoria costretta alla piccolezza da precisi blocchi sociali ha espresso una qualità (di prodotti, di modi) che era l'espressione esatta dei bisogni della microcomunità a cui si rivolgeva. Ma non sceglievano la qualità invece che il mercato: trovavano la qualità nel mercato.

Tutto ciò inclinerebbe a pensare che, di per sé, la commercializzazione spinta, come effetto dell'istinto a possedere tutto il mercato possibile, non è una causa sufficiente a motivare il massacro della qualità. Non lo è mai stato. Quindi, se continuiamo a percepire un'aria di apocalisse e invasione barbarica, dobbiamo chiederci piuttosto da cosa sia, veramente, generata, vietandoci la facile risposta che è tutta colpa di una cosca di affaranti. In fondo, forse la domanda corretta da porsi, sarebbe questa: che tipo di qualità è generato dal mercato che oggi vediamo all'opera? Che idea di qualità hanno imposto i barbari dell'ultima ondata, che sono venuti a invadere i villaggi del libro negli ultimi dieci anni? Cosa diavolo vogliono leggere? Cos'è, per loro, un libro? E che nesso ha, quello che hanno nella testa, con ciò che noi ancora riconosciamo come editoria di qualità? Nella prossima puntata vedremo se è possibile avvicinarsi a una risposta.

Per il testo completo http://www.repubblica.it/2006/05/rubriche/i-barbari/capitolo-dieci/capitolo-dieci.html

Saluti

maxam

Rot, stai invecchiando.
E' il doloroso piacere di poter guardare indietro, a crearti certe malinconie.

PS e OT (ma ho voglia di dirlo): Io sono appena uscito da un'esperienza personale che mi ha fatto capire alcune cose e ho preso una decisione che porterò avanti tenacemente: vivere ogni giorno come fosse l'ultimo e godere di quello che ho e che il mondo mi offre.
Non ha senso guardare indietro...e troppo avanti.

:beer:

Giulo75

Sembra il cantico de "I bei tempi andati"(riferito al Baricco). Tutto cio' che viene prima e' meglio di quello che viene dopo, come se andassimo alla deriva.
Come i vecchi al Bar che mi dicevano "Io alla tua eta'", "Ai miei tempi non era cosi'".
Semplicemente il mercato, la folla, i consumatori, i lettori, gli ascoltatori, sono sempre piu' numerosi e sempre piu' sono le opere e i prodotti a loro diretti. E le opere di qualita' diminuendo in percentuale non significa che lo siano anche in numero.
Ci sono scrittori di fumetti del dopoguerra che non sfigurerebbero di fronte ai vari Verga, Manzoni, Leopardi, Nietschze, Baudelaire, Poe. Che ovviamente ho letto per porre un paragone cosi' rischioso. :look:
La malinconia e la nostalgia distorgono la visione del contemporaneo. C'e' gia' chi ha nostalgia della "vecchia Internet" di una volta... :sweat:

Rot!

Citazione di: maxam il 18 Agosto, 2006, 00:19:22
Rot, stai invecchiando.

Questo è sicuramente vero, anche se non capisco cosa, in questo post, ti abbia spinto a pensarlo.

PS: Non so nulla, come potrebbe essere altrimenti?, ma spero che tu riesca a trovare ciò che cerchi  :beer:

Saluti

Rot!

Citazione di: 400finiti il 18 Agosto, 2006, 01:00:28
Sembra il cantico de "I bei tempi andati"(riferito al Baricco). Tutto cio' che viene prima e' meglio di quello che viene dopo, come se andassimo alla deriva.

Veramente Baricco fa proprio il contrario, cerca di giustificare l'ottica di quelli che lui chiama barbari e in un certo senso demistifica la vecchia critica.
[Sicuramente compio un'ingiustizia a pensare che sia una sorta di risposta molto articolata a chi lo considera uno scrittore di secondo ordine accusandolo di vendere tanto.]
Se non si è capito probabilmente la colpa è mia, probabilmente ho scelto male le citazioni.

Tuttavia l'incipit del brano è: quel che voglio dire è che, nonostante le apparenze, contrapporre un'editoria di qualità del passato a un'editoria commerciale del presente è un modo inesatto di porre i termini della questione.

Saluti

Giulo75

CitazioneSe non si è capito probabilmente la colpa è mia, probabilmente ho scelto male le citazioni.
No, no, sono io un po' duro di comprendonio. :notooth:
Ora che mi hai fatto notare "credo" di aver capito.