Meditate gente: il circolo vizioso delle produzioni AAA

Aperto da Turrican3, 20 Febbraio, 2015, 10:48:26

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Blasor

#15
Ora no, ci sono tante cose posso pure non capire a questo mondo. Però:

https://twitter.com/gematsu/status/1636390599913009152

CitazioneSplash Damage, in partnership with live streamers Sacriel and shroud, have announced Project Astrid, an "AAA open-world survival game" currently in pre-production

E non è raro si leggano in giro comunicati del genere. Metto tutte insieme la parole in neretto e semplicemente mi sfugge il senso generale, mi viene solo un gigantesco punto interrogativo sulla testa.

Ma è questo l'AAA? E se questo è l'AAA, qualcuno mi illumina su cosa sarebbe adesso l'AAA?
Switch can AAA too? E il cellulare? Da quanta pompa in poi si parla di AAA?

:sweat:


edit: e due.

https://twitter.com/TechlandGames/status/1636378215550976001

Questa è bella perché c'è pure l'hashtag, wow.

Per cui prima non potevano AAA, capisco. Ora potranno.

Buds95

Già da tempo definirsi "AAA" è un modo di fare marketing lasciando intendere che stanno facendo un prodotto ambizioso.

Rh_negativo

Ovviamente.
Ma poi c'è anche da dire che non esiste una soglia di budget oltre la quale si diventa tripla A.
A Plague Tale è tripla A come lo è Gta... ma il secondo sarà costato 50 volte tanto.

Blasor

Il problema, secondo me, è proprio un mercato dove Plague Tale diventa come GTA. Già mettere Focus sullo stesso piano di T2 per me è assurdo.
E' come se le vie di mezzo, le infinite sfumature di concepts e produzioni, siano state abbattute in favore di un sistema dove o sei/ti spacci elite solo in quanto dietro soldi, oppure sei/ti spacci indie solo in quanto non ce l'hai. Tutto il resto borderline o non intellegibile toglie una "A" a casaccio.
Non dico la letteratura ma neanche le produzioni audio e/o video, via, non abbiamo passato anni di vita a fruire categorizzazioni assolute col metro del malloppo più o meno concettuale, di un media neanche fosse TV in chiaro.

E' chiaro invece che la scuola giapponese ci muore, qui dentro, tanto meno si occidentalizza. Sono concetti con cui non ha mai lavorato, per un media che non ha mai trattato in questo modo. Eppure è sempre stato più "consumer" di qualsiasi altro mercato, decenni prima di noi.

Rh_negativo

Il fatto è che cercano tutti di dire "ehy il nostro prossimo gioco non sarà una barbonata ma una produzione importante"
ora stabilire "quanto" importante diventa difficile... ma pure inutile.
vogliamo davvero fare un tariffario dei budget e distinguere tra 20 categorie di A in base a quanto ci hanno speso?
sarebbe utile?
Lasciamo una lasca distinzione tra AAA (gioco venduto a prezzo pieno che prevede un budget dietro dignitoso) e produzioni minori (che ormai chiamare Indie non ha neanche più senso) tanto per farci un'idea di che stiamo parlano.
Poi tanto le discussioni e i giudizi sul gioco o la scelta di acquistarlo non dipenderanno da quanto ci hanno speso.

Turrican3

Boh io di indizi di insostenibilità onestamente ne vedo a carrettate. :D

In ordine totalmente sparso:

- il mercato console si è indicibilmente contratto; per carità ci sarà pur stata la sovrapposizione negli acquisti (ma vai a quantificare...), la migrazione verso il mobile, il ritorno di fiamma del PC, tutto quello che volete, epperò gira e rigira, nella generazione di metà anni 2000 son stati piazzati qualcosa come mezzo miliardo di console tra Wii, PS3, X360, DS e PSP;

- i cicli di sviluppo AAA si sono allungati, e con essi chiaramente anche i soldi necessari; anche nell'ipotesi di pari capitale umano utilizzato per rilascio, e tralasciando eventuali incrementi medi stipendiali, banalmente un ciclo di 48/60 mesi richiederà più quattrini di uno che prima si portava a termine in 36;

- probabilissimi corollari dei due punti precedenti: a. il costo al pubblico di un titolo AAA è salito in maniera non banale b. si ricorre sempre più spesso a formule stra-collaudate, quando non alle riproposizioni più o meno pedisseque c. si cerca ove possibile di allungare più o meno artificialmente il ciclo vitale dei giochi (GaaS) e/o di assicurarsi un buon numero di introiti fissi (GamePass, PS Plus, ecc.)

- in generale, il (banale, scontato ma per carità, anche comprensibile) principio che vede un rapporto di proporzionalità inversa tra investimento e propensione al rischio sembra ridotto ai minimi termini come forse non lo è mai stato; e temo non aiuti il fatto che nel frattempo i colossi del settore abbiano sostanzialmente abbandonato eventuali (nel caso di Nintendo, storiche) "scialuppe di salvataggio", offrendo di fatto al mercato* una ed una sola piattaforma hardware; in termini di sviluppo AAA, ad oggi l'azienda più sostenibile a mio parere rimane di gran lunga Nintendo, ma è un vincere facile: quello che una EA/Activision/Ubisoft a caso investe in un anno di AAA loro probabilmente lo spendono nell'arco di una generazione intera... in altri termini per loro AAA rappresenta davvero l'eccezione, non la regola. Ma gli anni della pacchia dei giochi fatti con due spicci su DS/Wii che piazzano milionate sono lontani anni luce, costi e tempistiche sono in crescita anche per loro (e con essi, la diminuita propensione al rischio)

* = ok ok, Microsoft ha il mondo PC/Windows, Sony ha un impero multimediale, Nintendo... si attacca :hihi: :sweat: ma penso ci siamo capiti :D

Blasor

Citazione di: Rh_negativo il 17 Marzo, 2023, 14:18:42Il fatto è che cercano tutti di dire "ehy il nostro prossimo gioco non sarà una barbonata ma una produzione importante"
ora stabilire "quanto" importante diventa difficile... ma pure inutile.
vogliamo davvero fare un tariffario dei budget e distinguere tra 20 categorie di A in base a quanto ci hanno speso?
sarebbe utile?
Lasciamo una lasca distinzione tra AAA (gioco venduto a prezzo pieno che prevede un budget dietro dignitoso) e produzioni minori (che ormai chiamare Indie non ha neanche più senso) tanto per farci un'idea di che stiamo parlano.
Poi tanto le discussioni e i giudizi sul gioco o la scelta di acquistarlo non dipenderanno da quanto ci hanno speso.

Ok, ma quello che sarebbe davvero utile è non distinguere per nessuna A, da uno a cento che siano, come è sempre stato prima la fissazione di etichettare tutto in bianco o nero diventasse la norma. Vedi il prodotto, lo inquadri per quello che è, senza che nessuno ti dica come considerarlo.
Oggi senza etichette non sono più in grado di produrre niente, per cui sei solo libero di produrre quello che rientra in esse e nient'altro. Appena cominci devi scegliere se rientrare nel bello che non balla o quello che balla e non è bello, per culo poi, se sei bravo, riesci ad avere entrambi.
Il punto non dovrebbe essere quanti soldi hai ma come li usi, vedi un Atomic Heart. Era produzione minore prima se lo prendesse Focus? Dopo, quante A ha guadagnato? A che prezzo è giusto venderlo? Che budget ha autenticamente avuto? Chissà.
Per anni su ps1 e 2 hanno venduto a prezzo pieno roba che in giappone veniva venduta a due spicci in linee economiche, a malapena se ne accorgevano.
Troppo basso e troppo alto dovrebbero essere parte di un metro, non vincoli esclusivi su cui si basa l'intero mercato. Perché i prodotti non sono tutti uguali.

AAA prima lo chiamavamo "commercialata", come ogni ambito insegna spese e nomi enormi per risultati il più delle volte ridimensionati se non fallimentari.
Indie prima lo chiamavamo "amatoriale", come anche il p0rn0 insegna spese e mezzi minimi con risultati il più delle volte non professionali.
Tutto il resto lo chiamavamo videogiochi. Punto.

Può sembrare snob ma a me pare semplicemente pretendere uno standard. A cui, tra l'altro, non mi sono abituato da solo ma mi ci hanno fatto abituare.

Buds95

Citazione di: Turrican3 il 17 Marzo, 2023, 15:49:27- il mercato console si è indicibilmente contratto; per carità ci sarà pur stata la sovrapposizione negli acquisti (ma vai a quantificare...), la migrazione verso il mobile, il ritorno di fiamma del PC, tutto quello che volete, epperò gira e rigira, nella generazione di metà anni 2000 son stati piazzati qualcosa come mezzo miliardo di console tra Wii, PS3, X360, DS e PSP;

Sono d'accordo con pressocché tutto meno che con questa parte. O meglio: hai indubbiamente ragione che numericamente l'hardware console venduto è inferiore, ma lo è perché, di fatto, le portatili sono (quasi) sparite. E qui arriva il mio scetticismo sull'influenza che questo ha nelle produzioni rimanenti su console fisse: forse sbaglio, ma sono convinto che ogni progetto debba, in un modo o nell'altro, auto-sostenersi. Quindi non vedo come un problema la scomparsa (lato console portatili, in realtà si sono spostati in un altro tipo di gaming) dell'utenza da quel punto di vista, visto che se anche quell'utenza ci fosse ancora ogni investimento sul software per le console fisse non aiuterebbe le aziende a "rientrare" dell'investimento del singolo gioco.
Poi, molto probabilmente, sul bilancio delle società (Nintendo e Sony, di fatto) quell'assenza si sente.

Turrican3

Il punto che intendevo sollevare è che, banalmente, posto che nel frattempo anche il gioco "da passeggio" si è evoluto incanalandosi in una sovrapposizione di genere piuttosto spinta con l'offerta casalinga (molto più che in passato) senza però crollare di botto - vedi 3DS che comunque in un mondo post-casual ha piazzato oltre 70 milioni di macchine - reputo assai probabile che nel complesso non ci siamo giocati soltanto i super-casual negli ultimi 15-20 anni ma che probabilmente abbiano mollato anche quantitativi non banali di utenti cosiddetti tradizionali.

Rh_negativo

Citazione di: Blasor il 17 Marzo, 2023, 15:54:01Ok, ma quello che sarebbe davvero utile è non distinguere per nessuna A, da uno a cento che siano, come è sempre stato prima la fissazione di etichettare tutto in bianco o nero diventasse la norma. Vedi il prodotto, lo inquadri per quello che è, senza che nessuno ti dica come considerarlo.

:look:

Perché adesso non funziona così?
Cioè il produttore X è libero di dire che il suo gioco è AAA, poi comunque a me consumatore inquadrarlo e comprarlo o meno, pagarlo a prezzo pieno o aspettare offerte.
Credo che veramente nessuno decida in base a come viene descritto il prodotto dal publisher (il 98% della gente manco lo sa).


Nell'epoca Supernes/psx/ps2/N64 queste distinzioni non c'erano ma per un semplice motivo: il metodo di distribuzione era unico.
L'indie sul mercato non ci arrivava proprio (salvo scena underground pcista) quindi chi poteva faceva le mega produzioni dell'epoca, chi non poteva doveva raggiungere quel minimo di standard da AA o non lo pubblicavano proprio.
Tutto usciva sullo stesso mercato, quasi tutto allo stesso prezzo.

Oggi c'è molta più scelta e puoiautopubucarti il gioco a 99 cent, il gioco "medio" che può essere un Asterigos o un Hi Fi Rush (a prezzo budget) il AAA tipo Plague Tale o la mega produzione alla Assassin's creed (a prezzo pieno).

Turrican3

Per me al netto di considerazioni oggettive di budget (un AAA oggi come oggi non penso possa definirsi tale al di sotto dei 50/100 milioni minimo) c'è da tener conto di dinamiche mediatiche assai differenti.

Insomma il AAA per forza di cose viaggerà su canali a grandissima visibilità, poi il publisher può strillare quanto vuole ma senza cacciare i quattrini l'influencer famoso e/o la rivista e/o il sito di massa semplicemente si occuperanno d'altro.

In questo senso non so se si possa parlare di mercato meritocratico: per un titolo davvero indipendente che riesce a farcela con il mero passaparola (ed un pizzico di fortuna) chissà quanti, altrettanto o forse persino più validi, passeranno totalmente inosservati perchè siamo letteralmente sommersi di novità dalla mattina alla sera ed il gioco XYZ ben difficilmente lo trovi per caso? :hmm:

Rh_negativo

Citazione di: Turrican3 il 17 Marzo, 2023, 17:52:25Per me al netto di considerazioni oggettive di budget (un AAA oggi come oggi non penso possa definirsi tale al di sotto dei 50/100 milioni minimo) c'è da tener conto di dinamiche mediatiche assai differenti.

Insomma il AAA per forza di cose viaggerà su canali a grandissima visibilità, poi il publisher può strillare quanto vuole ma senza cacciare i quattrini l'influencer famoso e/o la rivista e/o il sito di massa semplicemente si occuperanno d'altro.

In questo senso non so se si possa parlare di mercato meritocratico: per un titolo davvero indipendente che riesce a farcela con il mero passaparola (ed un pizzico di fortuna) chissà quanti, altrettanto o forse persino più validi, passeranno totalmente inosservati perchè siamo letteralmente sommersi di novità dalla mattina alla sera ed il gioco XYZ ben difficilmente lo trovi per caso? :hmm:

Credo anche io che oggi 50 milioni siano il minimo (ma ci sarebbero da fare mille distinguo).

Il marketing fa ormai parte del sistema, sicuramente influisce tanto.
È tutto proporzionale.
Il titolo da 200 milioni con 30 (e sono buono) spesi in marketing avrà sicuramente più visibilità (ma si becca pure più rischi e ha "responsabilità" diverse).
Ma rispetto ad altri media riguardo la meritocrazia credo che la situazione sia meno tragica.

Blasor

#27
Citazione di: Rh_negativo il 17 Marzo, 2023, 17:29:06:look:

Perché adesso non funziona così?
Cioè il produttore X è libero di dire che il suo gioco è AAA, poi comunque a me consumatore inquadrarlo e comprarlo o meno, pagarlo a prezzo pieno o aspettare offerte.
Credo che veramente nessuno decida in base a come viene descritto il prodotto dal publisher (il 98% della gente manco lo sa).

No, magari.
Il produttore X inquadra il suo prodotto in una delle due macrocategorie che il consumatore è stato abbondandemente educato a considerare. Dal marketing, dalla comunità di tendenza, dalla macchina mediatica, quello che vuoi.
Non serve il produttore ti dica nulla e non devi prestare particolare attenzione, è tutto già pre-impostato da quello che ti circonda.
Tutto ciò sta nel mezzo ha zero visibilità, a meno che non è troppo alto o troppo basso. Come faccio a dare visibilità? Mi adeguo da una parte o dall'altra.
Ricordi funzionava così? Io onestamente no. Io ricordo il produttore produceva e annunciava "un gioco" (stìcarsi di farci sapere con quante A o per quale grande gruppo socialmente rilevante). Eventualmente potevi leggere una recensione, oppure potevi avere il passaparola di un amico, il massimo dell'influenza esterna poteva arrivarti. Ma, soprattutto, poveva addirittura non succedere. Lo compravi esclusivamente con le somme tirate da te stesso, incredibile.
L'unica questione non è cambiata è il se o il quando comprare. Peccato il problema sia diventato il cosa, nel frattempo.

Ti senti "coperto" e considerato dall'offerta attuale? Sappi che a me questa cosa fa immensamente piacere.
Io per niente.


Citazione di: Rh_negativo il 17 Marzo, 2023, 17:29:06Nell'epoca Supernes/psx/ps2/N64 queste distinzioni non c'erano ma per un semplice motivo: il metodo di distribuzione era unico.
L'indie sul mercato non ci arrivava proprio (salvo scena underground pcista) quindi chi poteva faceva le mega produzioni dell'epoca, chi non poteva doveva raggiungere quel minimo di standard da AA o non lo pubblicavano proprio.
Tutto usciva sullo stesso mercato, quasi tutto allo stesso prezzo.

Oggi c'è molta più scelta e puoiautopubucarti il gioco a 99 cent, il gioco "medio" che può essere un Asterigos o un Hi Fi Rush (a prezzo budget) il AAA tipo Plague Tale o la mega produzione alla Assassin's creed (a prezzo pieno).

Ed era perfetto. C'era capitale concentrato e spalmato su tutto, una selezione più severa e un controllo qualità in ogni singolo passaggio dal concept all'uscita, i prodotti trasudavano professionalità e/o talento sopra una qualità minima sempre minimo garantita. Quello che andava male lo notavi subito ed era ancora più facile evitarlo, sia fosse +AAA che -AAA.
E i tie-in :asd:
Il tutto con gli stessi, identici tagli di prezzo sul lungo termine (se non di più).

Quel tipo di "scelta", invece, trovava l'apice nelle fiere dove il massimo del premio era poter realizzare una versione fisica con bonus, per il pubblico che finalmente poteva ringraziarti con i soldi in mano.
Perché la zona "auto o piccole produzioni", nelle fiere, è ancora a parte per un motivo.



edit: oh e tanto per, essendo un po' inerente al discorso, il MIX Direct delle piccole produzioni mi ha taaanto rassicurato.

CitazioneFrom former Fable, Path of Exile, Black & White 2, and Chivalry II developers.

Su un action co-op only con evidentemente ancora meno spicci del free to play hanno già fatto.

Intanto Playtonic, dopo essere stata umiliata per mari e monti sul revival del platform per Nintendo 64, annuncia con pompa... un vorrei-denpa game costato ancora meno.

Ma quasi quattro ore di video, per carità, tutto può succedere.

Rh_negativo

Citazione di: Blasor il 17 Marzo, 2023, 21:16:38Io ricordo il produttore produceva e annunciava "un gioco" (stìcarsi di farci sapere con quante A o per quale grande gruppo socialmente rilevante). Eventualmente potevi leggere una recensione, oppure potevi avere il passaparola di un amico, il massimo dell'influenza esterna poteva arrivarti. Ma, soprattutto, poveva addirittura non succedere. Lo compravi esclusivamente con le somme tirate da te stesso, incredibile.



:look:

Bho per me funziona così anche oggi.
La dichiarazione dei 4 scappati di casa da una sh in fallimento che ci tengono a farti sapere che il loro prossimo gioco sarà un AAAA open world NFT-free con elementi action rpg cgil cisl e uil e senza olio di palma ci sta... ma alla fine anche chissenefrega.
Non è per le dichiarazioni che si scelgono i giochi o per come si "autoidentificano" alla fine.

Blasor

Citazione di: Rh_negativo il 18 Marzo, 2023, 08:02:45ma alla fine anche chissenefrega.
Non è per le dichiarazioni che si scelgono i giochi o per come si "autoidentificano" alla fine.

Per me, per te, per "noi". Però se ti capita facci caso a come funziona fuori. Anche "di qui", volendo.